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La rivoluzione

Sono le 13:48, Amélie prova ad aprire la porta rotta di casa, ormai storica, fino a quando con un calcio, riesce ad aprirla. Si capiva che qualcosa non andava, non per la porta, nemmeno per le nubi nere del cielo. Amélie porta il giornale in casa dalla madre, che stava cucinando della carne di fagiano, cacciato qualche ora prima dal padre nel bosco. La madre non si poteva distrarre, poiché non poteva far appiccare un fuoco dalla carne. Amélie inizia a leggere velocemente, come se qualcosa la spaventasse, o la emozionasse. Non capendo, Brigitte, la madre, chiese di leggere più lentamente, scandendo le parole. Amélie ricomincia a leggere, e dice: “ 1789, un anno di rivoluzioni, presa della Bastiglia. “

Brigitte non credeva a quello che le diceva la figlia, dice ad Amélie di controllare la carne, per poter andare a vedere le esatte parole del giornale. Questa notizia non era una delle migliori per la umile famiglia. Non potevano più restare a Parigi, dovevano andarsene il prima possibile, non volevano rischiare e perdere tutti i loro beni, anche se pochi. Una settimana dopo, la famiglia ha bisogno di un trasporto per arrivare presso la casa della madre di Brigitte, che viveva a Bordeaux. Fortunatamente, un amico del padre di Amélie, Félix, poteva accompagnarli con la sua carrozza fino ad Orléans, dove egli conosceva un amico che portava ovunque. Il viaggio durò circa 3 ore e mezza, Félix lasciò la famiglia al signor Laurent che li portò fino a Bordeaux dalla nonna. Anche se era estate, a Bordeaux c’era un po’ di freschetto, insomma, il giusto. Arrivati a casa della nonna, Amélie la abbraccia, poichè non la vedeva da qualche anno. Il padre di Amélie, Remi, sistema la sua roba e inizia ad esplorare la città, cercando offerte di lavoro. Invece Brigitte e Amélie restano con Margot, che consiglia ad Amélie di non provare ad essere una donna indipendente, di sposarsi con qualcuno di benestante ed usufruire dei suoi beni. Amélie crede che una persona si debba sposare solamente per amore, ed che sia giusto così. Ma la società non lo permetteva e tutte quante le donne erano solamente delle cose per i ricchi nobili, non persone vere, come se non avessero emozioni o una faccia che si possa ricordare. Amélie non voleva una relazione forzata, voleva sposarsi per vero amore, e doveva essere sicura della scelta che avrebbe fatto, per questo non aveva finora mai seguito i consigli della nonna o della madre. 

I giorni passano, il padre trova un lavoro in una macelleria come fornitore di carne; Brigitte sistema la casa della madre che era molto disordinata, poiché lei non aveva nessuno che badasse a lei. Amélie restava invece a cucinare la carne ogni giorno, fino a quando il padre non fosse stato pagato, inventava ogni volta un nuovo piatto da mostrare alla famiglia, alcuni con il maiale, altri con mucca e altri con carne di struzzo. Erano squisiti, da come diceva Margot, era sicura che la nipote sarebbe diventata una bravissima donna di casa, subito dopo il suo matrimonio. Amélie andava a prendere del cibo per la famiglia ogni sabato mattina al mercato in centro città. A volte prendeva anche dei libri da leggere, o per imparare cose nuove che non poteva studiare poiché l’accesso alla scuola le era vietato, come a tutte le donne. Al mercato incontrava ogni volta sempre la stessa persona, un ragazzo, alto, in forma, capigliatura originale, occhi verdi, labbra sottili e vestiti che ogni contadino o artigiano indossasse. Amélie non aveva il coraggio di parlargli, anche se era il suo ragazzo ideale, lei pensava che il ragazzo doveva fare la prima mossa, e non la donna, facendo come se fosse in disperata ricerca di un marito che la possa mantenere. Solo dopo qualche settimana, mentre Amélie porta dei sacchi di farina per cucinare una torta alla nonna, che festeggiava il suo novantunesimo compleanno, si scontra con il ragazzo, che stava leggendo il giornale settimanale che in realtà non comprava mai, ma questa volta era interessato dalle notizie, giusto per rimanere aggiornato sulla rivoluzione in corso. I due si scontrano, come dicevo prima, cade della farina ad Amélie, ed urla: “No, no, no! La farina per la torta, sta attento! “.

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di Galasso Alessandro

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